SHCS

Swiss HIV Cohort Study

& Swiss Mother and Child HIV Cohort Study

Raffenberg et al., Effetto del ritardo nell’iniziare una terapia antiretrovirale durante la prima fase di un’infezione da HIV sulla lunghezza dei telomeri

28th July, 2021

Effetto del ritardo nell’iniziare una terapia antiretrovirale durante la prima fase di un’infezione da HIV sulla lunghezza dei telomeri.     Journal of Infectious Diseases

Al giorno d’oggi le persone che vivono con l’HIV hanno all’incirca la stessa speranza di vita di coloro che non hanno l’infezione. Ciò è principalmente dovuto al continuo sviluppo di nuovi medicamenti contro l’HIV che compongono la terapia antiretrovirale (ART). Ciò nonostante le persone con HIV potrebbero soffrire maggiormente di malattie correlate all’invecchiamento come l’ictus, il diabete mellito, l’osteoporosi e la malattia coronarica.

Il processo di invecchiamento del corpo umano è dovuto alla perdita di funzionalità dei processi di riparazione del materiale genetico cellulare (DNA). Alcune proteine dell’organismo sono incaricate di riparare il DNA per evitare lo sviluppo di cellule difettose e quindi di malattie. Ma ci sono anche altri sistemi di protezione come i telomeri che si trovano nelle estremità del DNA contenuto nei cromosomi. È interessante notare che i telomeri si accorciano in modo naturale nel corso della vita. È stato ipotizzato che, nel caso in cui i telomeri si accorciano più rapidamente della media, si possa instaurare un ritmo di invecchiamento cellulare più rapido della media. L’accorciamento dei telomeri potrebbe quindi favorire o provocare delle malattie legate all’invecchiamento.

Si sa che i telomeri delle persone che vivono con HIV sono più corti di quelli delle persone senza infezione HIV. Parallelamente si sospetta che nelle persone con HIV potrebbe esserci una relazione tra telomeri più corti e l’apparizione più precoce di malattie legate all’invecchiamento (come la malattia coronarica). Il fatto che i telomeri siano più corti nelle persone con HIV potrebbe essere legato alla forte attivazione del sistema di difesa immunitaria dell’organismo. In particolare, nella fase più precoce dell’infezione HIV, il sistema immunitario è molto attivo e molte sostanze infiammatorie circolano nell’organismo come reazione allo “stress” sul sistema immunitario causato dalla nuova infezione HIV. Sembra che i telomeri si accorcino in modo più rapido nel corso dei primi 1-2 anni dopo l’infezione primaria da HIV.

Lo studio attuale ha indagato se esiste una differenza nella lunghezza dei telomeri nei casi in cui i pazienti hanno cominciato molto precocemente un trattamento ART. L’inizio precoce della ART potrebbe ridurre l’attivazione immunitaria e quindi proteggere gli individui contro la perdita nella lunghezza dei telomeri (vedi parte introduttiva).

Lo studio è stato condotto su 105 pazienti dello Studio svizzero della coorte HIV (SHCS) con un’infezione molto recente (infezione primaria). La diagnosi è stata fatta poche settimane dopo l’infezione da HIV. Tutti i pazienti hanno anche partecipato ad uno studio dell’ospedale universitario di Zurigo, che concerne l’infezione primaria da HIV (ZPHI). La lunghezza dei telomeri è stata misurata più volte durante 6 anni in tutti i partecipanti allo studio.

In media i pazienti hanno cominciato il trattamento antiretrovirale 6 settimane dopo il contagio da HIV. Successivamente i pazienti sono stati suddivisi in 3 gruppi, in base al momento in cui è stata iniziata la ART, ossia dopo un intervallo breve, medio o più lungo dal contagio. Più precisamente, i dati per i 3 gruppi indicano che il trattamento antiretrovirale è stato cominciato in media 25 giorni, 42 giorni o 60 giorni dopo la diagnosi di HIV.

Lo studio ha prodotto diversi risultati interessanti: i telomeri erano già più corti nei due gruppi che hanno iniziato la terapia “solo” dopo 42 e 60 giorni dalla diagnosi, rispetto al gruppo di pazienti che ha iniziato il trattamento dopo 25 giorni.

Inoltre, 6 anni più tardi, i pazienti che avevano atteso meno a lungo prima di iniziare una ART, avevano ancora dei telomeri più lunghi (nel confronto con il 2/3 di pazienti che avevano cominciato il trattamento più tardi).

Se la ART era stata interrotta nel frattempo (ciò che avveniva con una certa frequenza all’inizio degli anni 2000) l’effetto benefico di un inizio precoce della ART sulla lunghezza dei telomeri non era più osservato.

Qual è l’ampiezza dell’effetto sfavorevole sui telomeri quando si attende più a lungo prima di cominciare una ART? Secondo il giudizio degli autori questo effetto è importante. Più precisamente, i telomeri dei due gruppi che hanno cominciato la ART dopo 42 e 60 giorni erano, rispettivamente, una media di 17% e 22% più corti nei 6 anni successivi nel confronto con il gruppo di pazienti trattati dopo 25 giorni. Questo effetto era all’incirca due volte più importante rispetto all’effetto naturale dell’invecchiamento sulla lunghezza dei telomeri (raccorciamento di 8,2% dei telomeri dopo 10 anni di invecchiamento). Con altre parole, il fatto di iniziare una ART qualche settimana più tardi nel corso dell’infezione primaria da HIV, sembra “invecchiare” l’organismo due volte di più di quanto accade nel corso di 10 anni di vita.

Questi risultati erano ancora presenti anche quando gli autori hanno considerato altri fattori che influenzano la lunghezza dei telomeri come il fumo, il consumo di alcool, i parametri immunologici, la carica virale, l’infezione concomitante da virus dell’epatite C, da Cytomegalovirus, ecc.

Uno dei limiti dello studio è l’inclusione solamente di uomini bianchi per cui occorre essere cauti nel generalizzare i risultati alle donne e alle persone di un’altra etnia.

Riassumendo, i risultati dello studio suggeriscono che l’infezione primaria da HIV dovrebbe essere diagnosticata il più presto possibile dopo il contagio. La terapia antiretrovirale, se iniziata rapidamente durante l’infezione primaria, potrebbe ridurre o prevenire la perdita accelerata della lunghezza dei telomeri nelle prime settimane dopo l’infezione da HIV. Sì può ipotizzare che l’inizio precoce di una ART, grazie all’effetto benefico sui telomeri, potrebbe ugualmente ridurre gli effetti negativi dell’HIV sull’invecchiamento dell’organismo e sulle malattie associate, quali la malattia coronarica e l’osteoporosi.

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