Serbatoi dell’HIV: nuove scoperte sugli ostacoli tenaci nel percorso verso la guarigione. Nature Communications
I serbatoi di cellule infettate in modo latente dall’HIV rappresentano un ostacolo maggiore alla guarigione. Sono composti principalmente da cellule memoria T-CD4+ infette, ma in stato di riposo. Questi serbatoi si formano rapidamente dopo il contagio da HIV e sopravvivono per vari decenni malgrado la terapia antiretrovirale (ARV). Gli specialistici sono unanimi nell’affermare che per guarire da un’infezione HIV è indispensabile ridurre il numero di cellule infette in modo latente nei serbatoi o, nel migliore dei casi, eliminarle completamente. È noto che la dimensione dei serbatoi diminuisce dopo l’inizio di una terapia ARV. Piccoli studi hanno mostrato che la dimensione dei serbatoi sotto terapia ARV varia fortemente a dipendenza dell’individuo e sull’arco del tempo. A causa del numero limitato di partecipanti a tali studi, come pure della loro durata relativamente corta e numero ridotto di co-fattori analizzati, non è stato possibile mostrare un’immagine completa dei fattori che influenzano la dimensione e le modifiche dei serbatoi sotto trattamento sull’arco del tempo.
Nadine Bachmann ed i suoi collaboratori/trici presso il Servizio di malattie infettive e di igiene ospedaliera dell’Ospedale Universitario di Zurigo (USZ) hanno analizzato in che modo la dimensione dei serbatoi si modifichi sull’arco del tempo. Sono pure stati studiati i fattori che influenzano tali modifiche, come pure la dimensione dei serbatoi. Il gruppo di ricercatori ha analizzato campioni di sangue e i dati corrispondenti di 1057 persone che da molti anni sono sottoposti a terapia ARV efficace. I dati derivano dallo Studio svizzero della coorte HIV (SHCS), iniziato nel 1988 e che dispone di una grande biobanca. 75% delle persone sieropositive in Svizzera, sottoposte ad una terapia ARV, partecipano al SHCS e mettono a disposizione i propri campioni di sangue per la ricerca. La banca dati SHCS è unica e rappresenta un importante fondamento per la ricerca sull’HIV. Nel caso delle 1057 persone partecipanti a questo studio, erano disponibili almeno tre campioni di sangue per misurare i serbatoi HIV. I prelievi erano stati eseguiti mediamente 1.5, 3.5 e 5.4 anni dopo l’inizio della terapia ARV. Per 412 persone i dati hanno permesso di seguire lo sviluppo dei serbatoi HIV per un periodo fino a dieci anni. I dati clinici, genetici, demografici, legati al comportamento e al tipo di terapia eseguita, hanno permesso per la prima volta di analizzare simultaneamente con modelli statistici multivariabili un numero elevato di fattori che potrebbero influenzare i serbatoi dell’HIV. Lo studio attuale include un numero di partecipanti dieci volte superiore al precedente studio con le stesse domande e grazie a ciò i risultati sono nettamente più significativi.
In media i serbatoi sono diminuiti nei primi 5.4 anni dopo l’inizio della terapia ARV con una vita media stimata a 5.6 anni. Nel periodo di osservazione successivo, la diminuzione dei serbatoi si riduce chiaramente e sembra raggiungere un valore stabile. Contrariamente ai risultati attesi, in 281 persone (26.6%) sotto terapia ARV efficace, i serbatoi non sono diminuiti ma aumentati. È un risultato sorprendente e importante. Se la terapia ARV è stata iniziata durante il primo anno dopo l’infezione e la viremia era bassa, i serbatoi erano altrettanto bassi negli 1.5 anni dopo l’inizio del trattamento.
I motivi esatti per l’aumento dei serbatoi latenti in un quarto dei pazienti non sono noti. Un’ipotesi possibile è che in questi pazienti le cellule infettate in modo latente si dividano. Un’altra possibilità è che in una parte dei pazienti l’HIV si moltiplichi a basso livello malgrado la terapia ARV. Si può escludere che una scarsa aderenza alla terapia sia all’origine di questo fenomeno, poiché sia l’aderenza terapeutica che eventuali interruzioni del trattamento sono ben monitorati nella SHCS.
Nella maggior parte dei pazienti sotto terapia i serbatoi latenti diminuiscono, ciò che conferma i risultati dei precedenti studi in altri gruppi di pazienti. La novità in questo studio è la relazione tra i cosiddetti “blips” –virus misurabile nel sangue tra due misure negative- con la maggior dimensione dei serbatoi e minor diminuzione sull’arco del tempo. Fino ad ora i “blips” erano considerati poco rilevanti dal profilo clinico. Questo studio mostra che hanno però una rilevanza biologica. Inoltre le persone di etnia caucasica avevano dei serbatoi più piccoli.
Riassumendo questo studio ha fornito nuove conoscenze che hanno permesso una miglior comprensione della dinamica dei serbatoi HIV. Ciò potrà probabilmente aiutare nello sviluppare delle strategie allo scopo di guarire dall’infezione HIV. Molte domande sulla formazione e mantenimento dei serbatoi HIV non hanno ancora una risposta. Per contro, le nuove scoperte sul ruolo dei “blips” , hanno mostrato che gli studi sperimentali sull’eliminazione del virus (proof of concept) dovranno essere condotti su pazienti selezionati per non trascurare effetti rilevanti nel contesto di una tale ricerca.