Apparizione di resistenze acquisite ai medicamenti anti-HIV nello studio svizzero della coorte HIV. Clinical Infectious Disease
Il numero di resistenze acquisite ai medicamenti anti-HIV è in forte diminuzione grazie ai medicamenti antiretrovirali altamente efficaci. Questo studio ha identificato i fattori che aumentano il rischio di acquisire una resistenza ai trattamenti: disoccupazione, origine africana, sintomi di una malattia psichiatrica e co-medicazione per trattare altre malattie infettive. Nei prossimi paragrafi descriviamo le conseguenze dei risultati dello studio.
Nel mondo occidentale il numero di resistenze acquisite ai medicamenti anti-HIV è fortemente diminuito grazie a farmaci sempre più efficaci e alla possibilità di controllare l’efficacia della terapia misurando la carica virale. Malgrado ciò, ci sono pazienti sotto trattamento anti-HIV con un rischio più elevato di sviluppare una resistenza. Lo scopo di questo studio è di ricercare i fattori di rischio delle resistenze ai farmaci antiretrovirali. Ciò permetterà di sviluppare strategie per combattere l’apparizione di resistenze dell’HIV in gruppi di pazienti specifici.
Tra i partecipanti dello studio svizzero della coorte HIV (SHCS) sono stati identificati 115 pazienti che, sotto trattamento combinato per l’HIV con tre sostanze attive, hanno sviluppato una resistenza ai farmaci. Questi 115 casi sono stati comparati a 115 casi senza resistenze acquisite (gruppo di controllo) e con caratteristiche cliniche simili (ad esempio tasso di linfociti CD4+ aiutanti, carica virale all’inizio del trattamento, luogo del trattamento). Inoltre i ricercatori hanno studiato i dossier di 230 pazienti per determinare altri possibili fattori di rischio che non sono considerati sistematicamente durante le visite semestrali della SHCS.
I ricercatori hanno identificato i seguenti fattori all’origine di un rischio più elevato di acquisire una resistenza ai farmaci anti-HIV: origine, rispettivamente etnia africana, statuto di rifugiato, sintomi di malattie psichiatriche, sesso femminile, disoccupazione, livello di formazione modesto e trattamento medicamentoso di altre malattie infettive (ad esempio tubercolosi).
Riassumendo questo studio mostra che è sempre possibile sviluppare una resistenza ai farmaci anti-HIV e che certi gruppi di pazienti sono più vulnerabili a tale riguardo. I fattori di rischio determinati in questo studio possono aiutare i medici curanti a riconoscere per tempo i pazienti a rischio prendendoli in carico in maniera pluridisciplinare (ad esempio con l’aiuto di un assistente sociale o di uno psichiatra).